La vita non è abbastanza lunga per provare tutto, perciò le esperienze che facciamo sono la cosa più preziosa, un bagaglio culturale, con il quale ci relazioniamo con gli altri. Oggi siamo il frutto di ciò che abbiamo vissuto fino a ieri. A me piace confrontarmi con altri perché credo che chiunque abbia qualcosa da insegnarmi, proprio perché impiega il suo tempo in modo differente dal mio, facendo altre esperienze. Ma anche nel caso in cui vivessimo una stessa cosa, raccontata da me e da un'altra persona, assumerebbe forme diverse, perché la percezione di ciò che ci accade è filtrata dalle nostre esperienze passate. Riconoscendo l'importanza di questo, ci si confronta col mondo in maniera più umile, senza mettere etichette sulle persone, ma cercando di imparare qualcosa da tutti. Credo che sia questo il modo giusto di vivere. Non dico che non bisogna crearsi delle idee sulle persone, ma solo che queste idee non debbano diventare dei pregiudizi, perché quest'ultimi limiterebbero l'evoluzione di un possibile rapporto che di sicuro ci insegnerebbe qualcosa. Spesso anche io, essendo una persona molto istintiva e passionale, critico e do giudizi... ma mi rendo conto che sbaglio. Sto imparando, con tanto impegno, a liberarmi da questi schemi e godere di ogni piccola situazione e relazione. Si, si vive molto meglio così, fidatevi.
venerdì 28 dicembre 2012
venerdì 23 novembre 2012
Dopo mesi di lavoro, sacrifici, stress, passione, ore di sonno perse, ieri è andata in onda la prima puntata di Gamerland su Italia 2. Per me questo progetto è un pezzo di cuore, un "figlio", e vederlo sulla rete più adatta al suo target mi ha emozionato. Mezz'ora che è volata! Ho pensato a Usain Bolt, che si allena duramente tutti i giorni per anni per una prestazione di 9 secondi, poi è tutto finito. In quei 9 secondi deve dimostrare di essere il migliore, perchè se arriva solo 3 avrà tutti contro. Ecco oggi leggendo qua e là i commenti del pubblico di Gamerland ho capito che è impossibile accontentare tutti, soprattutto perchè molta gente critica per "uscire dal coro", per sentirsi superiore e senza uno scopo "costruttivo". Io dico solo che per me non è stata una gara di corsa, non dovevo vincere assolutamente, ma volevo intrattenere per mezz'ora chiacchierando di videogiochi e i dati Auditel di questa mattina mi hanno pienamente soddisfatto. Le persone che si prendono troppo sul serio mi fanno paura, specialmente con un tema come questo.
Presto sarà online il sito di Gamerland dove io personalmente mi prenderò cura di rispondere a tutti, anche tramite videochat in DIRETTA. Questo è solo uno dei tanti progetti collegati al programma, l'obbiettivo è quello di coinvolgere TUTTI i videogiocatori, dal casual all'hardcore per plasmare il format in base alle loro esigenze.
Clicca Qui per rivedere la prima puntata di Gamerland
Presto sarà online il sito di Gamerland dove io personalmente mi prenderò cura di rispondere a tutti, anche tramite videochat in DIRETTA. Questo è solo uno dei tanti progetti collegati al programma, l'obbiettivo è quello di coinvolgere TUTTI i videogiocatori, dal casual all'hardcore per plasmare il format in base alle loro esigenze.
Clicca Qui per rivedere la prima puntata di Gamerland
martedì 13 novembre 2012
la magia della GamesWeek

lunedì 22 ottobre 2012
La Crisi di Albert Einstein
Questo Post lo dedico alle Parole che Albert Einstein pronunciò sulla Crisi nel 1931. Sono passati più di 80 anni ma il discorso sembra molto attuale e rispecchia esattamente il mio pensiero.
La crisi secondo Albert Einstein
"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."
sabato 29 settembre 2012
quotidianità di un'atleta

Mi sveglio guardo fuori dalla finestra. Piove. So che oggi pomeriggio dovrò fare un lungo, perchè l'ho deciso, e non sarà di certo il meteo ad impedirmelo. Non mi sento molto in forma, così pranzo e mi siedo sul divano per cercare la motivazione, ma non la trovo. Non importa, metto le scarpe ed esco. Mi incontro con due amici, non sono più solo. Ora è più facile, come cantare in un coro. Pronti... VIA! So che dovrò correre per 25 km, perciò cerco di distrarmi chiacchierando... so che arriverà un momento in cui dovrò superare una crisi, e spero che arrivi il più avanti possibile... intanto corro. Durante i primi km capiamo qual è l'andatura da tenere... un passo 4'50"! Sufficiente per un fondo lento... chissà se lo terremo fino alla fine. I primi 10 km volano... poi ne mancano 2,5 per tornare indietro. Eccoci! Virata! Si prosegue con un buon ritmo... ma al 18esimo km arriva... le gambe dure e la testa che mi chiede di rallentare fino a fermarmi. Qui inizia il bello a mio parere.... so benissimo che superando questo momento arriverò al traguardo senza problemi...così anzichè rallentare, aumento il passo fino a 4'40"e tengo duro. Mancano 5 km e comincia a piovere forte... aumento ancora un po'... gli ultimi due li ho fatti a passo 4'15". Un km di scarico, stretching e una doccia calda. l'avventura è terminata. Ora mentre scrivo penso che non correrò per un po' di giorni ..in realtà so benissimo che domani mi sveglierò ed avrò ancora voglia di correre.
Qualcuno dice che son pazzo... Io dico invece che sono solo "un'atleta".
lunedì 6 agosto 2012
"Sensazionali sensazioni"
Sono le due parole piú adatte per descrivere l'esperienza che ho vissuto ieri a Parma, dove ho partecipato alla mia prima gara di Triathlon. Ne faró di sicuro tante altre ma questa, essendo la prima, avrà sempre un ricordo speciale. La mia batteria era la numero 9 e siamo partiti alle 13.00 circa, dopo un'attesa di 3 ore, snervante. Quando hanno chiamato il mio numero, 253, il cuore ha cominciato a battere piú forte, mi sono recato a bordo piscina e con lo sguardo ho incrociato mia figlia che dalle braccia di mia madre, sorridente, mi ha salutato. Da quel momento non avevo piú paura di nulla, allo sparo ho cominciato a nuotare a stile libero come avevo da poco imparato ma dopo aver preso calci in faccia e dopo aver bevuto due volte ho capito che solo lo stile rana, con il quale avevo piú confidenza, mi poteva salvare. Cosí mi son sparato le 30 vasche e quando sono uscito dall'acqua avevo ancora 9 atleti dietro di me. Tenendo conto che la mia sfida era di non arrivare ultimo nel nuoto, mi ritengo soddisfatto. Il mio amico Merex invece mi ha distanziato di ben 7 vasche, lui col nuoto va davvero bene. Cosí fuori dall'acqua avevo solo un obbiettivo: riprendere Merex! Corro verso la zona cambio, indosso il casco, metto scarpe ed elastico con pettorale e poi monto in sella e comincio a pedalare a tutta forza! Raggiungo un gruppo di ciclisti e sfrutto per qualche km la "scia", dopo passo di nuovo avanti e tiro io il gruppo, continuando ad alternarci abbiamo tenuto una media davvero buona, circa 37 km/h. Eccomi di nuovo alla zona cambio: scendo dalla bici, tolgo il casco, giro il pettorale, infilo le scarpe con le stringhe auto-allacianti e comincio a correre... ed ecco che in lontananza vedo Merex. Ora il mio obbiettivo era davvero vicino, lo vedevo... aumento il passo e pian piano mi avvicino sempre più a lui, finchè lo raggiungo ed arriviamo praticamente insieme al traguardo! Un emozione indimenticabile. Ci alleniamo insieme e ci "tiriamo" a vicenda, ma tagliare il traguardo vicini ad una gara di triathlon, dove bisogna affrontare 3 discipline completamente diverse tra loro, è davvero unico! Ha ragione Cico, il nostro istruttore di nuoto (che ha chiuso un Iron Man in 9 ore) a dire che ci invidia per le "Sensazionali sensazioni" della prima volta.
sabato 4 agosto 2012
Il giorno prima

Domani mattina a Parma parteciperò alla mia prima gara di Triathlon. Ho scelto per iniziare uno SPRINT, ovvero 750m in vasca, 20 km in bici e 5 di corsa. Non sono tanti lo so, ma so anche che nelle gare con distanze corte gli atleti vanno velocissimo, perciò dovrò usare tutte le mie energie se vorrò stare in gruppo.
Un mese fa ho scelto di fare questa gara senza riuscire a nuotare a stile libero per più di una vasca. Dopo quattro lezioni di amici ora riesco a farne di più ma con i tempi non sono competitivo e mi stanco molto di più di chi ha una bella tecnica, perciò dovrò alternare ad una vasca a stile una a rana per recuperare. L'obbiettivo e riuscire a non accumulare troppo distacco nel nuoto per poter recuperare qualcuno in bici e con la corsa.
Oggi sento quell'agitazione che ogni atleta cred provi prima di una competizione, ma sto imparando a gestirla... o forse mi sto solo convincendo di riuscire a farlo...
domenica 29 luglio 2012
La verità
Sono una persona sincera, con me stesso e con gli altri. Mi rendo conto peró che a volte la sincerità non paga, ovvero non sempre con la verità si ottengono i risultati voluti. Riflettendo e sperimentando ho capito anche il motivo, molto semplice: la propria verità una volta trasmessa non è detto che venga percepita nello stesso modo con cui noi la visualizziamo. La comunicazione spesso non è sufficiente a far comprendere le proprie verità, perció se si capisce l'impossibilità di comprensione da parte altrui della propria verità credo che sia meglio non trasmetterla. La vita mi ha insegnato questo.
sabato 28 luglio 2012
Lei...
Quando mi sento stanco, nervoso o semplicemente pensieroso... TU ci sei e mi fai sentire subito meglio. Esco e ti trovo. So che con te mi basta una sola ora per ritrovare la serenità anche quando tutto sembra crollarmi addosso. Quando ti ho conosciuto non sapevo quale fosse il tuo potenziale, anzi ti ho usato con uno scopo. Poi il tempo mi ha fatto innamorare di te, le stagioni mi hanno permesso di viverti in diversi modi, con il caldo torrido oppure il freddo tagliente, tu mi hai fatto compagnia. Grazie a te ho conosciuto persone e conseguito missioni personali che mai avrei pensato di riuscire a compiere. Se ora chiudo gli occhi e penso ai momenti con te sono felice. Tu ci sei ogni volta che ho bisogno di te. Ma ora sono arrivati LORO, e tolgono del tempo a noi... Chi l'avrebbe mai detto? Fa parte del mio carattere spingermi sempre un pó piú in là, provare nuove emozioni, fare nuove esperienze, ma stai tranquilla, non ti ho abbandonato, ho solo meno tempo per te. Mi spiace CORSA, ti presento NUOTO e CICLISMO, due tue nuovi compagni con i quali dividerai il tempo e insieme a loro arriveremo a compiere la piú grande impresa sportiva che un uomo puó compiere...L'IRON MAN.
domenica 22 luglio 2012
Reagire
Reagire. Questa è la parola d'ordine nella mia vita quando accade qualcosa di imprevisto e non gradevole. Quando siamo nel pieno della sofferenza la mente è il nostro principale nemico, la mente è capace di elaborare i pensieri e di trasformarli portandoli in qualsiasi direzione, senza limiti, senza una vera consapevolezza di ció che si sta vivendo. Per questo credo che in questi casi bisogna fare affidamento al cervello. Qual è la differenza? II cervello è uno strumento. Puó ricordare numeri di telefono, risolvere problemi matematici o creare poesie. Usato in questo modo lavora per il resto del corpo, come un trattore. Ma se non riesci a smettere di pensare a un problema matematico o a un numero di telefono, o quando pensieri e ricordi molesti ti assalgono senza nessuna intenzione da parte tua, non è il tuo cervello che lavora, ma la tua mente che vaga. La vera percezione della realtà è quella prodotta dal cervello. Quando si "cade" nella vita a volte la mente ci fa credere di essere impotenti, di non poter reagire... Perció credo che la cosa migliore sia "agire". Possono toglierci qualsiasi cosa ma nessuno ha il potere di toglierci la nostra felicità, perchè questa dipende unicamente da noi.
sabato 23 giugno 2012
il cambiamento

"Il più grande spreco nel mondo è la differenza tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare" Ben Herbster
martedì 29 maggio 2012
1 + 1 = 3

Questi sono gli allenamenti che preferisco: ci si traina a vicenda riuscendo così a dare il meglio di sè.
E' così anche nel matrimonio, credo.
mercoledì 23 maggio 2012
GAMERLAND: quando la passione diventa un lavoro
Sono un grande appassionato di videogiochi, nonostante abbia una figlia, una moglie ed un mutuo, non mi faccio mancare dei ritagli di tempo per il videogame, che considero come altri "la più moderna forma d'arte attuale". Questa passione è diventata recentemente un lavoro perché finalmente sono riuscito a realizzare con Mediaset un mio format televisivo interamente dedicato al mondo videoludico: Gamerland.
Erano circa due anni che ci stavo lavorando e vederlo on air dal 16 maggio alle 14.30 per me è stata una grande emozione. Cos'è Gamerland? un programma di videogiochi diverso, dove sia i giocatori occasionali che gli hardcore gamer potranno partecipare diventando protagonisti. Gamerland vuole diventare il Social Network dove la community videoludica potrà confrontare le proprie opinioni. Oltre ad una rubrica destinata alle recensioni fatte dagli utenti (REVIEW) ce ne è una dove insieme a Federico Salerno ripercorriamo il passato dei videogiochi conoscendo un Retrò Game in ogni puntata. Non mancano certamente le notizie e le anteprime sul mondo dei videogiochi che ci racconterà Silvia Baldo (NEWS) e servizi in esterna dove approfondiamo tutto ciò che sta intorno al videogioco (AROUND THE GAME) come fiere, tornei, localizzazioni, doppiaggi etc. E poi ad ogni puntata sarà presente un VIG (Very Important Gamer) ossia un videogiocatore famoso grazie alla tv oppure un personaggio famoso grazie al suo trascorso videoludico. Tutte le domande che i telespettatori ci invieranno a gamerland@mediaset.it verranno prese in considerazione anche in diretta con le risposte del nostro esperto Simone AKIRA Trimarchi (FAQ). Insomma tante rubriche per un format di mezz'ora che ha l'obbiettivo di non annoiare anche chi non ha mai preso in mano un Pad, questa è la sfida di Gamerland!
Con questo Post voglio ringraziare le persone che mi hanno sostenuto nel progetto, perciò ringrazio di cuore il mio amico Francesco Leoni che mi ha seguito nella fase iniziale e ha messo a sua disposizione la sua esperienza di autore televisivo. La struttura del format che vedrete in onda è unicamente frutto del MIO lavoro e del SUO. Un grazie va anche alle persone che ho trovato in Mediaset e che hanno creduto nel progetto mettendomi a disposizione mezzi e persone che hanno contribuito con la loro passione per i videogiochi a rendere il programma più bello: nei titoli di coda sono menzionati tutti. Ho visto in rete che Stefano Gallarini ha scritto un articolo sul programma, lo ringrazio molto ma per rispetto di tutte le persone che hanno lavorato sodo e creduto sin dal principio nel progetto ci tengo a precisare che a Gamerland il suo zampino NON c'è, a differenza di quanto ha scritto.
iscrivetevi alla Pagina di facebook ufficiale di GAMERLAND per restare aggiornati sul programma: www.facebook.com/gamerland
domenica 13 maggio 2012
Auguri Mamma
"Mamma... una parola che contiene tante cose belle... un portagioie senza oro ma pieno di amore, una cassaforte che non contiene denaro ma tanti sacrifici e virtù, una rosa dal profumo raro, un angelo dell'amore, una mano tenera e amorevole che accarezza ciò che lei ha messo al mondo, un sorriso di infinita dolcezza, un bacio affettuoso che ha cresciuto ciò che lei ha atteso, due braccia che non sono mai stanche di stringere, due occhi grandi, a volte sereni e a volte lucidi... La mamma è l'unica in grado di amare davvero, senza riserve, quello che lei ha generato" Anonimo
sabato 12 maggio 2012
100 punti energia

Così lucidamente ho stabilito la suddivisione dei 100 punti secondo ciò che ritengo più importante e ho capito per esempio che il lavoro non dovrà avere mai più di 50 punti.
Ognuno può suddividere il 100 come meglio crede, ricordandosi che la formula è quella della propria felicità. Questa è la mia:
55 + 30 + 10 + 5 = 100
Vi state chiedendo se la somma degli addendi sia 100? scommetto che avete fatto il calcolo ;-) L'ho controllato 3 volte prima di pubblicarlo perciò non perdete tempo! Piuttosto qual è la vostra formula?
domenica 6 maggio 2012
imparare dai Cosplay

Loro mossi dalla passione dedicano del tempo a qualcosa che amano e si divertono tantissimo a farlo. Si, sono io l'imbecille che ignaro di quel mondo avevo messo un'etichetta, allontanandomi da ciò che invece ora ho capito che potrebbe piacermi moltissimo.
Ho conosciuto persone come Francesco Sanseverino che mi ha impressionato mostrandomi il lavoro minuzioso e le competenze che si devono avere per realizzare un costume degno di nota, Maurizio Merluzzo che è diventato da Cosplayer a doppiatore professionista di cartoni animati giapponesi e non solo, grazie alla sua passione per gli Anime. Poi Alessandro Bosa, che oltre a preoccuparsi del costume del suo personaggio è stato attentissimo anche ad avere "Le physique du role" studiando le mosse e la postura. Insomma ho capito che loro credono in qualcosa, ci credono veramente, ed investono il loro tempo per ciò che amano: un esempio di vita.
Per chi invece passa il tempo a lamentarsi, a criticare, ad annoiarsi è arrivato il momento di scegliere qualcosa e realizzarlo, basta anche un semplice costume.
lunedì 23 aprile 2012
"To Rome with Love" o "In Love with Rome"?

Ieri mi son seduto in un piccolo cinema del mio paese e ho visto l'ultimo lavoro di Woody Allen "To Rome with Love" e sui titoli di coda mi è venuta una voglia improvvisa di passeggiare per Roma, forse il film si sarebbe dovuto chiamare "In Love with Rome" dato che il regista regala degli scorci della capitale italiana davvero unici, con una fotografia perfetta dove anche un temporale diventa un valore aggiunto. Dopo aver portato nelle sale cinematografiche la bellezza di Parigi con "Midnight in Paris" questa volta Allen gioca in casa nostra e lo fa con grande maestria: può piacere o no, ma lui il cinema lo sa fare.
E così con ironia, esasperazione, sconfinando spesso nel surreale, ci racconta 4 storie che in qualche modo sono collegate ad ognuno di noi. Attori hollywoodiani e italiani si mischiano e ci emozionano sullo sfondo di una delle città più belle d'Italia.
Non voglio recensire il film! Odio leggere una recensione prima di andare al cinema e non vorrei essere io l'artefice di ciò! Perciò mi fermo qui, qualche aggettivo sulla sceneggiatura, sulla location e sulla regia credo siano sufficienti, il resto fatevelo raccontare, se volete, da Woody Allen.
Se consiglio questo film? No, per lo meno "non a tutti". Ho deciso di non dispensare consigli su film come questo (cioè "non per tutti"), almeno in pubblico, dopo aver suggerito "Into The Wild" che è stato definito "inguardabile" (quando per me è un capolavoro) ho capito che ognuno di noi ha una propria visione e non me la sento di imporre la mia.
Ma se vi piace Woody Allen non perdetevelo anche se non è il suo miglior film e se la sua visione dell'Italia è un po' "vetusta".
lunedì 16 aprile 2012
La maratona di Parigi... DOPO.
15 Aprile 2012, ore 23.08 sono nel letto con l'Ipad e tanta voglia di condividere un'emozione ma senza la forza per farlo, la maratona e il viaggio si fanno sentire. Mi riposo.
16 Aprile 2012, ore 13.30 Qualche scricchiolio alle articolazioni delle ginocchia e un piacevole dolore muscolare mi accompagnano mentre scrivo. Oggi sto bene. Quando fai una cosa ad alto impatto emotivo per la prima volta stai certo che ti rimarrà per sempre nel cuore, ma non pensavo che anche la seconda maratona mi avrebbe dato tante emozioni. Ieri mattina a Parigi c'era tutto il mondo, gente di tutte le razze che correva con un obbiettivo comune: arrivare in fondo ai 42km e 195m.
Il passo della maratona ti permette di non andare in affanno e goderti tutto ciò che accade, a differenza di una 10km per esempio dove si pensa solo al traguardo e non si ha tempo per accorgersi del paesaggio e delle persone. A Parigi guardavo tutti e ho capito quanto può essere importante una maratona. Persone che correvano spingendo su un passeggino il proprio figlio, chi correva per la moglie scrivendolo chiaramente sulla maglietta, chi aveva perso da poco un genitore e correva per lui, ho visto cechi, persone in carrozzella e gente che correva con gli occhi gonfi di lacrime. Correndo di fianco a loro si respiravano le loro emozioni. E poi tanta gente che tifava per noi estranei: sentire il mio nome con l'accento sulla "O" finale è stato davvero divertente (stamparlo sulla maglia è stata una buona idea!).
Io non ho corso questa volta guardando il tempo, piuttosto me la sono goduta guardando tutto e tutti, sfiorando la mano dei tifosi e rispondendo alle grida di incitamento. Fino al 38esimo km ho corso a fianco del mio amico Merex; per lui era la prima maratona e sapendo cosa gli aspettava ho fatto più strada possibile al suo fianco. Negli ultimi quattro km però ho respirato l'odore del traguardo perciò ho deciso di utilizzare tutte le energie che avevo messo da parte andando un po' più lento di come avrei voluto. Così ho allungato il passo a 4'40" al km superando in classifica circa 700 persone. Mentre scattavo vedevo persone che cedevano camminando, allora davo loro una pacca sulla spalla e gridavo "Come on! Come On!", anche se si corre soli c'è un grande senso di appartenenza in una gara come questa. Ma al 40 km ho visto una cosa che mi ha scioccato: una donna, sui 40 credo, che pur di non fermarsi aveva evacuato strada facendo. Più che disgusto ho provato pena, ho pensato quanto fosse importante per lei questa maratona. Poi l'ho sorpassata anche perché lasciava una scia poco gradevole ;-)
All'arrivo non ho trovato né moglie ne amici, c'erano 50.000 persone, sarebbe stato difficile trovarli. Perciò mi sono armato di forza di volontà e ho camminato per altri 3km affrontando il vento gelido fino all'albergo dove sono riuscito a chiamarli.
Voglio quindi ringraziare Parigi e tutti i suoi monumenti che mi hanno accompagnato durante il lungo percorso, ringrazio i miei amici che sono venuti a tifare per me, mia moglie e tutti quelli che come me, con un pettorale numerato hanno corso per "vincere con sé stessi".
venerdì 13 aprile 2012
"L'arte di correre"
Cosa provo? In questo momento tanta ansia: sono agitato perché non so se quel giorno sarò in forma, se riuscirò ad evacuare prima della partenza, insomma se riuscirò a terminare 42km e 195m di corsa per provare quell'emozione senza eguali che solo chi ha terminato una maratona conosce.
Eppure l'ho scelto io di iscrivermi all'evento, di spendere dei soldi, di partire. Praticamente ho comprato l'ansia. Mi sento stupido. Poi, magicamente guardo verso la mia libreria e "quel libro" cattura la mia attenzione. L'ho già letto, ma questo non mi ha impedito di prenderlo e di sfogliarlo ancora. Ecco che trovo una parte che avevo sottolineato, la rileggo ...e l'ansia improvvisamente sparisce lasciando solo posto all'emozione:
"...se qualcuno ci considera dei pazzi o degli squilibrati, da un certo punto di vista e comprensibile. Di conseguenza, anche se non si puo dire che esista fra noi un legame tanto nobile come la solidarieta, siamo accomunati da un caloroso senso di appartenenza, simile ai pallidi toni della bruma che indugia sulle cime nella tarda primavera. Naturalmente, trattandosi di una gara, l'essenziale è vincere o perdere, ma per la maggior parte di noi partecipanti, piu che la vittoria o la sconfitta, credo che riconoscere quel senso di appartenenza, la forma e il colore di quella bruma, abbia un significato molto piu grande, un significato rituale." L'ARTE DI CORRERE H.Murakami
sabato 31 marzo 2012
Paris Marathon -15
martedì 20 marzo 2012
una vita da Casting
Ogni giorno mi sveglio e mi metto alla prova. Ogni giorno devo dimostrare di saper fare il mio lavoro. Non importa quanto ho studiato recitazione, che scuole ho fatto o che insegnanti ho avuto, ai Casting sono Dino Lanaro, 32 anni, attore... posso anche omettere tutte le altre informazioni purché dimostri capacità e professionalità. Amo mettermi alla prova, ma ci sono dei giorni in cui l'emotività prevale e non riesco a dare quello che vorrei. Il mio scopo è sempre quello di fare "un bel provino" senza pensare alle conseguenze, perché in tal caso ne esco soddisfatto, soddisfatto di aver dimostrato il mio valore. Inoltre Crescendo e lavorando ho sempre più esperienza ma sempre meno tempo per raccontare cos'ho fatto, chi sono, da dove vengo, perciò tutto il mio trascorso artistico spesso si manifesta solo in poche "battute". Battute che contengono il mio CV artistico, l'energia e l'amore per il mio lavoro. Ci sono poi dei giorni dove il mio lavoro lo odio e allora queste emozioni non si manifestano. Sono tantissimi i fattori "interni" che influiscono nella buona riuscita di un provino. Poi ci sono fattori esterni: la capacità del Casting director di metterti a tuo agio, l'ambiente, il tipo di copione da interpretare... Insomma ogni volta è una scommessa! Io ho scelto questa vita e anche se dei giorni mi butta giù, non posso farne a meno. Ecco questa è l'unica certezza che ho, tutto il resto è "un provino"
giovedì 15 marzo 2012
Desidero la semplicità

Quando vedo l'ingenua felicità negli occhi di mia figlia capisco che tutta quella consapevolezza che ho acquisito evolvendomi a volte sarebbe meglio se la mettessi da parte per godere fino in fondo di alcuni momenti che la vita mi regala. I bambini hanno bisogno di veramente poco per essere felici, quel poco che noi adulti, presi dalla nostra vita, ci dimentichiamo quanto sia importante. Spesso rincorriamo i nostri sogni senza mai guardarci indietro, mentre solo se ci voltassimo e vedessimo ciò che abbiamo realizzato potremmo avere una marcia in più per inseguire i nostri obbiettivi. Inoltre ho notato che i desideri sono inesauribili, ovvero l'attimo in cui si appagano è lo stesso in cui ne nascono altri. Bisognerebbe quindi allenarsi a rendere piacevole il "desiderare" piuttosto che trovare la felicità solo una volta ottenuto ciò che si desiderava. Io sono giunto alla conclusione che le cose più importanti siano quelle più semplici, come una chiacchierata con un amico, un film abbracciato alla persona che ami, un pranzo in famiglia, un giro in bicicletta con i nostri eredi... Come insegna A.De Mellow bisogna "vivere quella vita che ci passa accanto mentre siamo impegnati a fare altre cose".
mercoledì 14 marzo 2012
non sempre le cose vanno come vorrei

il 15 aprile si terrà la Maratona di Parigi alla quale io sono iscritto, pettorale 10088. Mi stavo preparando da 4 mesi, correndo circa 60 km a settimana, poi, l'infortunio al piede sinistro che da un mese mi costringe al riposo totale. La risonanza magnetica parla chiaro: se continuo a correre con questo tipo di infiammazione rischio di renderla un dolore cronico. Ho ripiegato con il ciclismo e la palestra ma non è assolutamente la stessa cosa. Fare 60 km in bicicletta significa stare in giro 2 ore circa e stancarsi meno rispetto agli allenamenti da running, mentre la palestra è uno sforzo anaerobico, quindi non mi aiuterebbe con il fiato. Così mi sono giocato l'obbiettivo ormai vicino delle 3h30m alla maratona di Parigi! A dire il vero probabilmente non potrò nemmeno partecipare alla maratona, ma perché fasciarsi la testa in anticipo? Da quando ho smesso di correre poi, in giro vedo solo gente che corre, in queste giornate di sole primaverile sento proprio il bisogno di vedere il paesaggio scorrere al mio fianco provando quella sensazione di fatica che mi fa sentire vivo. Mi manca la corsa.
Ora mi è rimasta solo una cosa, la SPERANZA. Lei non si può infortunare.
domenica 11 marzo 2012
risate per Nerd: Meme
Prima di decidere che una cosa non mi piace o non mi interessa, la voglio conoscere. E così è stato per i cosiddetti MEME, ovvero disegni abbozzati a mano di facce ridicole con espressioni estremamente eloquenti. Lo so il termine Meme su wikipedia esprime un concetto molto più complesso, ma la sfaccettatura che sto prendendo in considerazione con questo Post riguarda unicamente i disegni che vedete qui a fianco. Disegni volutamente brutti, schizzati velocemente, ma che raccontano situazioni reali che riguardano la vita di noi tutti. Allora avremo il Meme "Poker face" cioè inespressivo come la faccia che si dovrebbe avere in una partita di Poker, poi il Meme "I Lied" (quello con la faccia blu) capace di mentire come un'agente della CIA che deve mantenere una missione segreta ma che lo fa per le cose più stupide. Il meme "Fuuuuuuuu" dove "Fu"indica l'inizio della parola "Fuck" che non riesce a completare per il livello di incazzatura inverosimile provocato da situazioni normalissime. Il Meme "forever Alone" cioè lo "sfigato" moderno. Insomma ognuno ha una chiara connotazione caratteriale con un personale lato comico. Se ti affezioni a questi personaggi come capita in una sit-com dove non vuoi perderti un episodio, in questo caso diventerai dipendente dalle loro vignette. Se la cosa ti incuriosisce prova a "googlare" la parola Meme e se comincerai a ridere sempre di più dovrai ammettere a te stesso di essere un NERD!
venerdì 9 marzo 2012
Fermarsi e osservare

Oggi ho limonato col sole, e mi é piaciuto. Sono stato a Milano per lavoro e mi sono liberato prima del previsto così con la scusa di prendere un regalo ad un amica ho fatto un giro a piedi per il centro. Il clima mi ha messo subito di buon umore, così entravo e uscivo dai negozi chiacchierando con i commessi. Ognuno diverso, con un proprio stile, un proprio modo di fare. Ognuno particolare. Poi camminando sui marciapiedi milanesi si incrociano tantissimi individui, nessuno associabile all'aggettivo "comune". Molti con le cuffie passeggiano con la loro colonna sonora, io invece preferisco rimanere in ascolto per poter catturare frammenti di discorsi delle persone che mi passano vicino, a volte basta una frase, un certo tipo di giacca od occhiali perché raccontino stralci di sé. Mi piace immaginare. È un gioco che faccio anche quando sono in luoghi che mi costringono all'attesa, osservo le persone ed immagino la loro vita. Ogni tanto è bello fermarsi ed osservare. Diventiamo improvvisamente registi e ci facciamo il nostro film. Io lo faccio continuamente! Quando ci innamoriamo non facciamo lo stesso? Ci infatuiamo di una persona e la immaginiamo esattamente come la vorremmo. Visto che questa carta me la sono già giocata ora ho scelto di riversare questo mio bisogno di innamorarmi in altre cose belle che la vita mi dà continuamente. Mi innamoro di alcuni miei lavori, dei miei amici, del sole, di una strada fatta di corsa, di paesaggi, di un fiore, di un videogioco. Oggi ho passato un pomeriggio dove tecnicamente non ho combinato nulla, mi chiedo se questo sia un giorno "sprecato" oppure debba diventare una "ricorrente necessità. Io la risposta la so.
domenica 4 marzo 2012
"diventare grandi" o "crescere"?

sabato 3 marzo 2012
la felicità è una scelta nostra
Credo che il "bisogno di essere felici" sia un bisogno primario come quello di mangiare e dormire. Nonostante ciò vedo ogni giorno persone che delegano questa loro fondamentale necessità alla propria anima gemella, al lavoro, alla crisi ma anche ad un raffreddore o addirittura alle condizioni meteorologiche. Assegnare a qualcosa che non dipende da noi il proprio bisogno di felicità credo che sia il modo migliore per non vivere felicemente.
Essere felici è una scelta nostra che ogni giorno dobbiamo avere il coraggio di fare. Ammetto che non sia per niente facile vivere senza coinvolgimenti emotivi legati alle cose che ci succedono, perciò io ho deciso di adottare una strategia che voglio condividere con questo post: quando mi succede qualcosa di negativo mi do 1 giorno per essere triste, perché il giorno dopo dovrò iniziare la mia reazione a questo evento con entusiasmo e positività. Quando invece mi succede qualcosa di bello mi do tempo illimitato per gioirne. Con questo atteggiamento riesco a vivere sereno. Il passo successivo è quello di orientare la nostra mente verso cose belle, perché ho capito che siamo noi a spostare l'attenzione dei nostri pensieri.
Quando ho deciso con mia moglie di chiamare mia figlia Rebecca non conoscevo nessuna bambina con questo nome, ma dopo che è nata, al mio orecchio arrivavano solo notizie di bambine che si chiamavano Rebecca. Quando ho iniziato a correre credevo di essere uno dei pochi a farlo, ma parlandone ho scoperto che quasi tutti hanno provato almeno una volta e molti lo fanno regolarmente. Se parlo della crisi che sta investendo il nostro Paese, vedrò solo persone che parlano della crisi, che perdono il lavoro. Se al contrario decido di reagire la mia attenzione sarà spostata sulle strategie per uscirne e su chi nonostante tutto sta continuando a vivere sereno.
Quindi per appagare il nostro "bisogno di felicità" spostiamo semplicemente la nostra attenzione su ciò che vogliamo ottenere e concentrandoci sul bello andiamo in quella direzione.
venerdì 24 febbraio 2012
il potere della farfalla
Tempo fa una ragazza del Grande Fratello dal seno prosperoso ha deciso di rifarselo portandolo ad una taglia 8 e dichiarando che in questo modo avrebbe lavorato di più. Così è stato.
Ieri sera alle Iene hanno intervistato due pornostar candidate a Sindaco pur non sapendo nulla di politica (addirittura non conoscendo il ruolo di Mario Monti).
Oggi al Tg2 hanno dato la notizia che i compensi di Belen, dopo aver mostrato la farfalla a Sanremo, sono aumentati del 30%.
Sono giunto alla conclusione che noi "uomini italiani" siamo un popolo di "erotomani" e che la maggior parte di noi antepone l'amplesso ai propri valori.
Tu, per esempio, cosa vedi in questa immagine?
Ieri sera alle Iene hanno intervistato due pornostar candidate a Sindaco pur non sapendo nulla di politica (addirittura non conoscendo il ruolo di Mario Monti).
Oggi al Tg2 hanno dato la notizia che i compensi di Belen, dopo aver mostrato la farfalla a Sanremo, sono aumentati del 30%.
Sono giunto alla conclusione che noi "uomini italiani" siamo un popolo di "erotomani" e che la maggior parte di noi antepone l'amplesso ai propri valori.
Tu, per esempio, cosa vedi in questa immagine?
sabato 18 febbraio 2012
ricordi preziosi
La macchina del tempo esiste: è il nostro cervello. Basta chiudere gli occhi e concentrarsi su un ricordo, oppure fare qualcosa che si faceva tanto tempo fa, o ancora, vedere un oggetto che improvvisamente ci porta nel passato. Quest'ultimo è il mio caso. L'oggetto si chiama "Intellivision" ed è stata la mia prima console videoludica. Ieri l'ho toccato ed è stato davvero emozionante; in un attimo sono tornato nella mia vecchia abitazione, avevo 6 anni ed ero sulle gambe di mio padre, c'era anche mio fratello. Giocavamo a Pitfall, una partita a testa, non si poteva giocare in due contemporaneamente. Mio padre era più bravo, riusciva a prendere i tesori grigi, io invece finivo sempre mangiato dallo scorpione alla base del livello, pur essendo più forte di mio fratello. Ero felice perché sapevo che alla sera potevo dedicarmi a quel gioco, ora invece, da grande, più del gioco ricordo il momento. Il videogioco aveva unito me, mio fratello, mio padre. Oggi potrei benissimo comprarlo e giocarci ancora con una spesa minima: ma no, non lo voglio fare! Il ricordo che ho di quel gioco deve rimanere tale, mi dà una gioia immensa, preferisco riviverlo che trasformarlo. Nessuno mi può togliere questo ricordo, è mio.
Ieri davanti all'Intellivision ho capito che i miei ricordi sono preziosi e che devo fare in modo di averne tanti e belli, così quando sarò vecchio accenderò la mia macchina del tempo e non dovrò far altro che scegliere quale rivivere. Ora esco e ne vado a creare altri...
lunedì 13 febbraio 2012
Diventare grandi tornando bambini
Ieri sono finalmente entrato alla mostra della Pixar al Pac di Milano, dico finalmente perché è stato il terzo e ultimo tentativo dopo due volte che ci ho provato e rinunciato per le lunghe e fredde ore di coda che mi si sono presentate all'ingresso. Ieri ho affrontato la sfida con i giusti strati di abbigliamento (canottiera di lana, maglia a maniche lunghe di cotone, maglia a maniche corte sopra, felpa con interno in pile, giubbotto di pelle, guanti e cappello alla Zoolander con copri-orecchie) e così, dopo 2 ore circa, ho vinto; sono entrato nel caldo atrio accolto da quella piacevole soddisfazione che si prova ogni volta che otteniamo qualcosa superando degli ostacoli. Premetto che colleziono cartoni Pixar da quando ho visto Monster&Co, quindi ben prima che nascesse mia figlia, sono sempre stato un grande appassionato di cinema e nuove tecnologie e questa azienda unisce le due cose con grande maestria. Ora purtroppo non posso più parlare di "collezione" di DVD Pixar in quanto mia figlia in 2 anni è riuscita a dare una sua forma alle custodie che ora oltre a non incastrarsi più facilmente nell'apposito scaffale, contengono al loro interno una sorpresa, ovvero "quale cartone ci sarà nella custodia di Nemo?" ...sorpresaaa! l'ultima volta ci ho trovato il Dvd omaggio dell'Esselunga! Bè ma parliamo della mostra, è meglio! Appena dentro una raffica di disegni originali mi hanno riportato nelle menti dei creatori, ogni tratto contribuisce alla definizione dei personaggi che stanno crescendo mia figlia ma che hanno cresciuto anche me.
ma che riescano a rendere persone ed oggetti disegnati, in grado di trasmettere emozioni: una lampada, una macchina, una bicicletta, qualsiasi cosa che questi fenomeni vogliano animare improvvisamente acquisisce un'anima.
Alla mostra Pixar sono riuscito a tornar bambino e questo ora mi fa sentire più grande.
Capisci che la ruspa di Cars ha quella forma perchè sono partiti per definirla dalla sagoma di un toro, capisci che ogni personaggio prima di essere animato viene disegnato e ridisegnato finché il suo viso sarà adatto a trasmettere ciò che esattamente si vuole; capisci che gli attori americani doppiano i personaggi dei cartoni prima che vengano animati in modo che l'animazione si "incolli" perfettamente alla loro recitazione (non li guarderò mai più in Italiano dopo averlo scoperto!). E poi entri in una sala con al centro una ruota che gira lentamente. Sulla ruota tanti personaggi di Toy Story, ognuno replicato con una posizione del corpo diversa. La ruota gira sempre più veloce finché si spegne la luce e ne parte una stroboscopica. Ecco che i personaggi prendono vita e cominciano a muoversi. Emozione. Ecco come la mostra Pixar ci racconta la nascita del cinema.
Ma ciò che amo davvero tanto di questa azienda non è solo il fatto che riescano ad animare qualsiasi cosama che riescano a rendere persone ed oggetti disegnati, in grado di trasmettere emozioni: una lampada, una macchina, una bicicletta, qualsiasi cosa che questi fenomeni vogliano animare improvvisamente acquisisce un'anima.
Alla mostra Pixar sono riuscito a tornar bambino e questo ora mi fa sentire più grande.
mercoledì 8 febbraio 2012
la lezione del cavolfiore romano

Facendo la spesa oggi qualcosa mi ha distratto dal pensiero della lista di cose da prendere, catturando la mia attenzione. Era li attonito in mezzo a tante altre verdure, eppure sono stato almeno tre minuti ad osservarlo: chi l'avrebbe mai detto che un "cavolfiore romano" potesse affascinarmi così? Non ho resistito, l'ho dovuto immortalare e lo condivido con questo post. Mentre guardavo nel dettaglio le forme di questo comune vegetale ho pensato che chiunque abbia disegnato la natura ha fatto delle scelte estetiche perfette. La natura è perfetta. Poi ho pensato all'uomo, imperfetto per scelta.
Prendiamo me per esempio, è qualche giorno che non corro perché mi si è infiammato un tendine sul collo del piede, nulla di grave, ma non correre per me è davvero difficile, credetemi. Il mio primo pensiero appena mi sono accorto del dolore è stato: "cosa posso prendere che me lo faccia passare velocemente?". Oggi invece, riflettendo ho pensato che visto che "il progettista" del mio corpo dovrebbe essere lo stesso del cavolfiore, anche io sono perfetto. Allora non dovrei vedere questo disagio solo come un fastidio ma anche come un messaggio: forse ho corso troppo, o non mi sono scaldato bene, forse non avrei dovuto correre sulla neve... Insomma penso di aver preteso troppo dal mio corpo e lui giustamente mi ha obbligato al riposo per riequilibrarsi. Vedere le cose in questo modo è molto più costruttivo. Credo che la natura abbia da insegnarci molto su come vivere, dobbiamo solo saperla ascoltare e rispettare.
Grazie cavolfiore romano.
martedì 7 febbraio 2012
Gianni Morandi è il Sassicaia
Inutile lamentarsi della crisi e continuare inesorabilmente a vivere in silenzio, bisogna cominciare a fare delle scelte se vogliamo che i nostri figli abbiano un futuro, perché se andiamo avanti così il futuro non ce l'avremo neanche noi.
Io avanzo una proposta inerente al mio settore, lo spettacolo; perché far presentare Sanremo a Gianni Morandi? Non ho nulla contro di lui, anzi credo che abbia scritto una parte importante della storia della musica italiana, ma non è sicuramente diventato famoso come presentatore tv, e per di più non sa l'inglese perciò ad ogni intervista si dovrà pagare anche un interprete (oltre al suo cospicuo cachet!). Perché? Perché la gente lo conosce, perché è famoso.
E se invece facessimo un bel Casting con la gente comune, attori e conduttori scelti dalle agenzie, costerebbero sicuramente meno e non credo che uno che voglia vedere il Festival di Sanremo non lo guardi perché non ci sia un VIP a presentarlo! Credo che se sul palco dell'Ariston ci fosse un estraneo ma bravo presentatore la gente se lo ricorderebbe.Faccio un esempio: molti conoscono il vino rosso toscano "Sassicaia", costa circa 110 euro a bottiglia ed è sicuramente un buon vino, ma ormai è così famoso che lo si trova anche al Supermercato, dove ce l'ha portato la nostra mediocrità. La verità è che abbiamo paura a scegliere ciò che non conosciamo. Perché non assaggiamo vini nuovi, di produttori non famosi che dedicano con passione la loro vita a coltivare l'uva per produrre il loro vino. Spenderemmo sicuramente meno e godremmo quando il nostro palato ci trasmetterà le stesse sensazioni.
Se un vino è buono... lo beviamo. Alla fine se siamo curiosi guardiamo il nome sull'etichetta e tentiamo di ricordarcelo. Non il contrario.
Se un presentatore è bravo... lo seguiamo. Poi se siamo curiosi possiamo scoprire qual è il suo curriculum. Non il contrario.
domenica 5 febbraio 2012
l'amore per la corsa

Quando si inizia a correre lo si fa sempre con uno scopo: perdere peso, pancia piatta o mantenersi in forma. E' vero non esiste metodo migliore per dimagrire in maniera naturale e gratuita. Ma poi succede che questo gesto ripetuto così tante volte, passo dopo passo, porti in una nuova dimensione, dove lo scopo è la corsa, nient'altro. Allora mettersi le scarpe ed uscire non è più un sacrificio, ma un bisogno, un bisogno di felicità che si appaga con un semplice gesto: correre. Quando corro sono libero, l'unico coinvolgimento emotivo è legato al mio gesto. Quando sono libero, sono felice. Quando sono felice trasmetto amore. quando trasmetto amore, mi ritorna amore.
Questo Post non vuole essere soltanto un elogio al running, il messaggio è: trovate qualcosa che vi renda felici e praticatelo. Qualsiasi cosa, dalla pratica del buddismo alla pratica dello sport, l'importante è che l'esercizio di questa pratica vi faccia stare bene con voi stessi, vi renda felici. Conoscete il "Butterfly Effect"? "Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo". Siamo tante piccole farfalle, con un enorme potenziale... è ora di cominciare a sbattere le ali. In bocca al lupo!
giovedì 2 febbraio 2012
Noi siamo ciò che pensiamo
Qualche giorno fa sono stato al cinema a vedere "the iron lady" un film un pó lento ma piacevole per la magistrale interpretazione di Meryl Streep e per un montaggio davvero straordinario. Ma non voglio fare una recensione questa volta, piuttosto vorrei soffermarmi su una frase che piú o meno è stata recitata cosí "siamo quello che pensiamo. I nostri pensieri diventano parole, le nostre parole diventano azioni, le nostre azioni, diventano abitudini. Perció noi siamo ció che pensiamo." Un'espressione che mi ha fatto riflettere molto. Effettivamente se noi siamo ció che pensiamo sarebbe utile direzionare i nostri pensieri in una "zona felice" per migliorare la qualità della nostra vita. Credo proprio che sia cosí, i pensieri che facciamo condizionano la qualità della nostra vita.
In questi giorni la neve ha ricoperto gran parte del nord Italia, una neve che sta causando grossi disagi negli spostamenti, che mi ha reso nervoso quando ho dovuto prendere la macchina per recarmi al lavoro. Ma a pensarci bene è la stessa neve che ieri mi ha permesso di fare una corsa stupenda, in una natura silenziosa e trasformata dal bianco. Ho corso baciato dai suoi fiocchi e questo mi ha reso felice.
Qual è il punto? Credo che attribuire la nostra felicità ad un evento che non dipende dalle nostre intenzioni sia un ottimo rimedio per essere spesso infelici. Se nevica, penso alle corse che posso fare, allo stupore di mia figlia di fronte a questa novità, ai paesaggi che si trasformano ed improvvisamente ci sembrano nuovi.... e se arrivo in ritardo al lavoro? "Chissenefrega! Ricordiamoci che la neve si scioglierà e tutto tornerà come prima; la scelta di "come viverla" è unicamente nostra. Allora se siamo veramente ciò che pensiamo, cominciamo a pensare alle cose belle, facciamolo per noi, per la nostra vita, il dono più prezioso.
mercoledì 25 gennaio 2012
sfogo da runner
Ti ho scelto un anno fa e subito siamo diventati inseparabili, ti ho voluto tanto bene, eri parte integrante e fondamentale della mia vita, grazie a te trovavo la forza anche quando pensavo di non averla... e tu mi abbandoni così? Brutto stronzo di un Garmin Forerunner! Proprio prima di un 30km fondo lento? Ed io che ti ho promozionato a tutti i miei amici a spese di RunKeeper per iphone che invece non mi ha mai tradito...va bè, grazie! Ti sei proprio spento senza dare più segni di vita e creando in me un panico da "ignara prestazione" mai provato! Ora come faccio a conoscere il mio "Pace"e il mio "Bpm"? come faccio a conoscere le distanze delle mie"ripetute" senza il tuo avviso sonoro?
Che stupido pensavo fosse solo scarica la batteria... invece no!
Ma ricordati caro Forerunner che oltre ad essere un corridore sono anche un appassionato di tecnologia e quindi nella mia vita ho perso tanto tempo a capire perché certi oggetti non funzionavano come avrebbero dovuto... perciò mi è bastato veramente poco per capire come "rianimarti" ..tiè!
Ecco perché scrivo questo Post, per tutti i runner che hanno avuto il mio stesso problema, ovvero "forerunner che non dà segni di vita". Cari colleghi del piacere, ecco la soluzione:
1- Premere contemporaneamente il tasti MODE e RESET
2- Rilasciando solo il tasto RESET premere il tasto ACCENSIONE
3- Stupirsi per l'accaduto :-)
tranquilli non servono ringraziamenti, va benissimo un bonifico sul mio conto, scrivetemi che vi mando il mio l'IBAN
Ciao corridori!
Che stupido pensavo fosse solo scarica la batteria... invece no!
Ma ricordati caro Forerunner che oltre ad essere un corridore sono anche un appassionato di tecnologia e quindi nella mia vita ho perso tanto tempo a capire perché certi oggetti non funzionavano come avrebbero dovuto... perciò mi è bastato veramente poco per capire come "rianimarti" ..tiè!
Ecco perché scrivo questo Post, per tutti i runner che hanno avuto il mio stesso problema, ovvero "forerunner che non dà segni di vita". Cari colleghi del piacere, ecco la soluzione:
1- Premere contemporaneamente il tasti MODE e RESET
2- Rilasciando solo il tasto RESET premere il tasto ACCENSIONE
3- Stupirsi per l'accaduto :-)
tranquilli non servono ringraziamenti, va benissimo un bonifico sul mio conto, scrivetemi che vi mando il mio l'IBAN
Ciao corridori!
lunedì 16 gennaio 2012
"Pumping" o rincoglionimento da sforzo?
Al termine di ogni allenamento provo quello stato di benessere chiamato "Pumping" che Arnold Schwarzenegger definisce essere "più piacevole di un orgasmo" (mi dispiace per lui). Avete presente quando il cervello rallenta, quando capite le cose in differita, quando una persona vi parla ma voi pensate ad altro, insomma quando siete in uno stato isolato di benessere e prendete ciò che vi accade con sorridente pacatezza? Ecco significa che vi siete appena fatti una canna! ;-) ...dai scherzo! ho provato a descrivere il "Pumping" ma non è facile da comprendere se non lo si è mai provato.
Bè lo scopo di questo Post è un po' di solidarietà per tutti gli amici dai bicipiti pompati che come me si massacrano in palestra per costruire il loro fisico e anziché essere apprezzati vengono derisi a causa di questo stato perenne di totale svampimento, che raggiunge il suo picco a fine allenamento. Mi spiego meglio: quante volte vi è capitato di essere ridicolizzati dai vostri amici e soprattutto dalle vostre compagne (che generalmente hanno cervelli "multitasking") perché vi ripetono le cose più volte e voi non riuscite ad immagazzinarle? Pensate che mia moglie anziché chiamarmi "tesoro" o "amore" spesso opta per l'appellativo "Dory" che per chi non lo sapesse è un personaggio Pixar che trovate nel film d'animazione "Alla ricerca di Nemo" e caratterizzato da un elevatissimo tasso di rincoglionimento manifestato dalla perdita di memoria a breve termine.
Bene amici. Se anche voi avete questo problema non fatevi imbottire dalle vostre compagne di cibi a base di fosforo, piuttosto spiegate loro che il pumping è una condizione normalissima, logica conseguenza di un eccellente seduta d'allenamento e con la quale dovrebbero imparare a convivere senza nervosismi inutili.
Solo noi palestrati sappiamo che in realtà il pumping si può tradurre in tre parole, ovvero "rincoglionimento da sforzo" ...mmmm... ma perché tradurlo? ;-)
domenica 15 gennaio 2012
il mio trofeo all'amore
Quando ero piccolo per aggiungere parole al mio vocabolario e migliorare la mia dialettica ho scelto per un periodo di imparare una parola nuova al giorno, non di più, solo una, così è più facile assimilarla. Pensate a quando durante una serata vi raccontano cinquanta barzellette e ridete ad ognuna, poi il giorno dopo volete raccontarne una ad un amico e non ve ne ricordate neanche mezza! Ho pensato che una parola al giorno fosse più che sufficiente. Nell'oceano di parole che ho scoperto però ce n'è sempre una che ritorna, non perché non riesco a memorizzarla, sono solo cinque lettere, piuttosto perché ha un significato così ampio che credo si impari a piccole dosi durante l'intero corso della vita.
AMORE.
Oggi ne ho scoperta un'altra sfumatura. Un concorso di Danza, un gruppo di ragazze e un palcoscenico di emozioni. Ho vissuto in prima persona i sacrifici che hanno portato queste ragazze sul palco per il semplice fatto che la coreografa dorme nel mio letto (è mia moglie non pensate male!). Ho vissuto le sue ansie ma anche la sua determinazione. Ho vissuto le sue incertezze ma anche il suo entusiasmo. E pensare che questa sera non era lei ad essere sul palco, perciò posso solo immaginare come batteva il cuore di quelle ragazze e quello che hanno provato prima di esibirsi.
Ma quando è partita la musica non ho visto né facce agitate, né facce preoccupate. Ho solo visto tanta energia e tanta passione. Ho visto un gruppo ma era come se fosse una persona sola, un gruppo unito in perenne ascolto reciproco. Ho visto qualcuno sbagliare e riprendersi da professionista. Ho visto ragazze "vincenti" su quel palco, e vincere non significa portare a casa un trofeo ma vuol dire riuscire a dare sul palco quello che si vuole. Non so se fosse il vostro obbiettivo...
ma voi mi avete dato "l'amore".
Il tempo di una canzone è bastato per farmi vivere un turbinio di emozioni, perché era chiaro, era evidente l'amore che ci avete messo, e l'energia con cui avete trasmesso questo messaggio è da professionisti!
Non esistono trofei per questo, continuate ad amare ed amarvi così e sarà la vita a premiarvi ogni giorno. Grazie per la lezione.
Per me avete vinto voi.
AMORE.
Oggi ne ho scoperta un'altra sfumatura. Un concorso di Danza, un gruppo di ragazze e un palcoscenico di emozioni. Ho vissuto in prima persona i sacrifici che hanno portato queste ragazze sul palco per il semplice fatto che la coreografa dorme nel mio letto (è mia moglie non pensate male!). Ho vissuto le sue ansie ma anche la sua determinazione. Ho vissuto le sue incertezze ma anche il suo entusiasmo. E pensare che questa sera non era lei ad essere sul palco, perciò posso solo immaginare come batteva il cuore di quelle ragazze e quello che hanno provato prima di esibirsi.
Ma quando è partita la musica non ho visto né facce agitate, né facce preoccupate. Ho solo visto tanta energia e tanta passione. Ho visto un gruppo ma era come se fosse una persona sola, un gruppo unito in perenne ascolto reciproco. Ho visto qualcuno sbagliare e riprendersi da professionista. Ho visto ragazze "vincenti" su quel palco, e vincere non significa portare a casa un trofeo ma vuol dire riuscire a dare sul palco quello che si vuole. Non so se fosse il vostro obbiettivo...
ma voi mi avete dato "l'amore".
Il tempo di una canzone è bastato per farmi vivere un turbinio di emozioni, perché era chiaro, era evidente l'amore che ci avete messo, e l'energia con cui avete trasmesso questo messaggio è da professionisti!
Non esistono trofei per questo, continuate ad amare ed amarvi così e sarà la vita a premiarvi ogni giorno. Grazie per la lezione.
Per me avete vinto voi.
martedì 10 gennaio 2012
J Edgar... visto da me
Una breve recensione sull'ultimo capolavoro di Eastwood.
Trovo che sia un capolavoro e lo consiglio a tutti gli appassionati di cinema.
Ecco potrei finire così se a leggere questo Blog ci fossero solo veri appassionati del grande schermo, ma mi sento in dovere di giustificare quanto ho appena scritto, soprattutto per quelle persone che vanno al cinema occasionalmente e sono abituati ad un genere di film "preconfezionato per multisala".
Comincio col dirvi che di primo acchito ho trovato il doppiaggio "invecchiato" di Pezzulli (doppiatore di Di Caprio) un po' forzato, ma ci si abitua quasi subito.
Detto questo trovo che Eastwood con il pretesto di raccontare la storia dell'agente dell'FBI J Edgar Hoover abbia raccontato l'amore come pochi avrebbero saputo fare.
lo ha raccontato partendo dalla storia dei fatti e sconfinando nel privato del protagonista, puntando il riflettore sull'anima di j Edgar piuttosto che su ciò che ha fatto.
Lo ha raccontato senza essere volgare, senza essere banale e senza essere prevedibile.
Inutile parlare dell'estrema cura della regia, della fotografia e del trucco... ormai scontati se si va a vedere un film firmato Clint Eastwood.
Infine (ma solo perché ho detto che la recensione sarebbe stata breve) una nota va all'attore non-protagonista, Josh Hamilton: l'ho trovato eccezionale! perfetto nelle intenzioni anche quando si trattava solo di sguardi, in alcuni momenti è anche riuscito a mettere all'ombra Di Caprio, che comunque ancora una volta ha dato prova delle sue straordinarie capacità...anche se non ha mai vinto un Oscar!
FateVi un piacere... andatelo vedere!
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