mercoledì 25 gennaio 2012

sfogo da runner

Ti ho scelto un anno fa e subito siamo diventati inseparabili, ti ho voluto tanto bene, eri parte integrante e fondamentale della mia vita, grazie a te trovavo la forza anche quando pensavo di non averla... e tu mi abbandoni così? Brutto stronzo di un Garmin Forerunner! Proprio prima di un 30km fondo lento? Ed io che ti ho promozionato a tutti i miei amici a spese di RunKeeper per iphone che invece non mi ha mai tradito...va bè, grazie! Ti sei proprio spento senza dare più segni di vita e creando in me un panico da "ignara prestazione" mai provato! Ora come faccio a conoscere il mio "Pace"e il mio "Bpm"? come faccio a conoscere le distanze delle mie"ripetute" senza il tuo avviso sonoro?
Che stupido pensavo fosse solo scarica la batteria... invece no!
Ma ricordati caro Forerunner che oltre ad essere un corridore sono anche un appassionato di tecnologia e quindi nella mia vita ho perso tanto tempo a capire perché certi oggetti non funzionavano come avrebbero dovuto... perciò mi è bastato veramente poco per capire come "rianimarti" ..tiè!
Ecco perché scrivo questo Post, per tutti i runner che hanno avuto il mio stesso problema, ovvero "forerunner che non dà segni di vita". Cari colleghi del piacere, ecco la soluzione:
1- Premere contemporaneamente il tasti MODE e RESET
2- Rilasciando solo il tasto RESET premere il tasto ACCENSIONE
3- Stupirsi per l'accaduto :-)
tranquilli non servono ringraziamenti, va benissimo un bonifico sul mio conto, scrivetemi che vi mando il mio l'IBAN
Ciao corridori!

lunedì 16 gennaio 2012

"Pumping" o rincoglionimento da sforzo?


Oggi sono andato in palestra, se corro e basta la muscolatura dalla vita in su non mi soddisfa perciò cerco almeno una volta a settimana di integrare l'allenamento coi pesi. Quando mi alleno cerco sempre di arrivare al limite sopportabile e quando riconosco quel limite faccio un'altra ripetizione dell'esercizio, in parole povere "mi devasto". Lo so è più salutare la corsa ma per evitare di fare 3 allenamenti settimanali anche di palestra ho deciso di allenare in un'ora e mezza tutti i gruppi muscolari sopra la vita.
Al termine di ogni allenamento provo quello stato di benessere chiamato "Pumping" che Arnold Schwarzenegger definisce essere "più piacevole di un orgasmo" (mi dispiace per lui). Avete presente quando il cervello rallenta, quando capite le cose in differita, quando una persona vi parla ma voi pensate ad altro, insomma quando siete in uno stato isolato di benessere e prendete ciò che vi accade con sorridente pacatezza? Ecco significa che vi siete appena fatti una canna! ;-)    ...dai scherzo! ho provato a descrivere il "Pumping" ma non è facile da comprendere se non lo si è mai provato.
Bè lo scopo di questo Post è un po' di solidarietà per tutti gli amici dai bicipiti pompati che come me si massacrano in palestra per costruire il loro fisico e anziché essere apprezzati vengono derisi a causa di questo stato perenne di totale svampimento, che raggiunge il suo picco a fine allenamento. Mi spiego meglio: quante volte vi è capitato di essere ridicolizzati dai vostri amici e soprattutto dalle vostre compagne (che generalmente hanno cervelli "multitasking") perché vi ripetono le cose più volte e voi non riuscite ad immagazzinarle? Pensate che mia moglie anziché chiamarmi "tesoro" o "amore" spesso opta per l'appellativo "Dory" che per chi non lo sapesse è un personaggio Pixar che trovate nel film d'animazione "Alla ricerca di Nemo" e caratterizzato da un elevatissimo tasso di rincoglionimento manifestato dalla perdita di memoria a breve termine.
Bene amici. Se anche voi avete questo problema non fatevi imbottire dalle vostre compagne di cibi a base di fosforo, piuttosto spiegate loro che il pumping è una condizione normalissima, logica conseguenza di un eccellente seduta d'allenamento e con la quale dovrebbero imparare a convivere senza nervosismi inutili.
Solo noi palestrati sappiamo che in realtà il pumping  si può tradurre in tre parole, ovvero "rincoglionimento da sforzo"   ...mmmm... ma perché tradurlo? ;-)

domenica 15 gennaio 2012

il mio trofeo all'amore

Quando ero piccolo per aggiungere parole al mio vocabolario e migliorare la mia dialettica ho scelto per un periodo di imparare una parola nuova al giorno, non di più, solo una, così è più facile assimilarla. Pensate a quando durante una serata vi raccontano cinquanta barzellette e ridete ad ognuna, poi il giorno dopo volete raccontarne una ad un amico e non ve ne ricordate neanche mezza! Ho pensato che una parola al giorno fosse più che sufficiente. Nell'oceano di parole che ho scoperto però ce n'è sempre una che ritorna, non perché non riesco a memorizzarla, sono solo cinque lettere, piuttosto perché ha un significato così ampio che credo si impari a piccole dosi durante l'intero corso della vita.
AMORE.
Oggi ne ho scoperta un'altra sfumatura. Un concorso di Danza, un gruppo di ragazze e un palcoscenico di emozioni. Ho vissuto in prima persona i sacrifici che hanno portato queste ragazze sul palco per il semplice fatto che la coreografa dorme nel mio letto (è mia moglie non pensate male!). Ho vissuto le sue ansie ma anche la sua determinazione. Ho vissuto le sue incertezze ma anche il suo entusiasmo. E pensare che questa sera non era lei ad essere sul palco, perciò posso solo immaginare come batteva il cuore di quelle ragazze e quello che hanno provato prima di esibirsi.
Ma quando è partita la musica non ho visto né facce agitate, né facce preoccupate. Ho solo visto tanta energia e tanta passione. Ho visto un gruppo ma era come se fosse una persona sola, un gruppo unito in perenne ascolto reciproco. Ho visto qualcuno sbagliare e riprendersi da professionista. Ho visto ragazze "vincenti" su quel palco, e vincere non significa portare a casa un trofeo ma vuol dire riuscire a dare sul palco quello che si vuole. Non so se fosse il vostro obbiettivo...
ma voi mi avete dato "l'amore".
Il tempo di una canzone è bastato per farmi vivere un turbinio di emozioni, perché era chiaro, era evidente l'amore che ci avete messo, e l'energia con cui avete trasmesso questo messaggio è da professionisti!
Non esistono trofei per questo, continuate ad amare ed amarvi così e sarà la vita a premiarvi ogni giorno. Grazie per la lezione.
Per me avete vinto voi.

martedì 10 gennaio 2012

J Edgar... visto da me


Una breve recensione sull'ultimo capolavoro di Eastwood.
Trovo che sia un capolavoro e lo consiglio a tutti gli appassionati di cinema. 
Ecco potrei finire così se a leggere questo Blog ci fossero solo veri appassionati del grande schermo, ma mi sento in dovere di giustificare quanto ho appena scritto, soprattutto per quelle persone che vanno al cinema occasionalmente e sono abituati ad un genere di film "preconfezionato per multisala".
Comincio col dirvi che di primo acchito ho trovato il doppiaggio "invecchiato" di Pezzulli (doppiatore di Di Caprio) un po' forzato, ma ci si abitua quasi subito.
Detto questo trovo che Eastwood con il pretesto di raccontare la storia dell'agente dell'FBI  J Edgar Hoover abbia raccontato l'amore come pochi avrebbero saputo fare. 
lo ha raccontato partendo dalla storia dei fatti e sconfinando nel privato del protagonista, puntando il riflettore sull'anima di j Edgar piuttosto che su ciò che ha fatto.
Lo ha raccontato senza essere volgare, senza essere banale e senza essere prevedibile.
Inutile parlare dell'estrema cura della regia, della fotografia e del trucco... ormai scontati se si va a vedere un film firmato Clint Eastwood.
Infine (ma solo perché ho detto che la recensione sarebbe stata breve) una nota va all'attore non-protagonista, Josh Hamilton: l'ho trovato eccezionale! perfetto nelle intenzioni anche quando si trattava solo di sguardi, in alcuni momenti è anche riuscito a mettere all'ombra Di Caprio, che comunque ancora una volta ha dato prova delle sue straordinarie capacità...anche se non ha mai vinto un Oscar!
FateVi un piacere... andatelo vedere!