lunedì 30 dicembre 2013

La qualità della quantità

Marco è un ragazzo di 35 anni, determinato, che legge e si informa. Capisce di politica e si pone domande su ogni cosa che fa e sullo scopo della vita. Marco va a votare.
Giuseppe ha 39 anni e non ha ancora deciso cosa fare della propria vita, si lamenta di tutto senza interessarsi di nulla. Giuseppe non ha ambizioni e alla domanda "Chi è il Presidente della Repubblica?" risponde "e a me che cazzo me frega!" per eludere il sue esserne ignaro.
Giuseppe, come Marco, va a votare: il voto di Marco vale esattamente come quello di Giuseppe.
Sabrina è una donna intelligente, curiosa di vivere e ansiosa di crescere. Sabrina ha una sua pagina Facebook dove posta alcuni dei suoi pensieri "evolutivi" per condividerli e ragionarci insieme ad altre persone. Sabrina ha 90 "Mi Piace" sulla sua pagina. 
Valeria è una donna superficiale,  con un fisico strepitoso, diventato per lei  l'unico strumento per ottenere l'approvazione degli altri. Valeria sul suo profilo FB posta le sue volgari nudità. Ha 145.000 "Mi Piace"

Questo sistema è destinato ad implodere per favorirne uno focalizzato sulla qualità e successivamente sulla quantità. Questo è il mio pensiero.

giovedì 26 settembre 2013


GTA V,  dico la mia.

Ci stanno giocando tutti, ha incassato nei primi 3 giorni 1 miliardo, un record senza precedenti. Lo abbiamo aspettato con trepidazione spulciando in rete ogni pettegolezzo che ci anticipasse qualcosa, ma solo ora, finalmente, lo possiamo giocare. 

Michael, Franklin e Trevor, sono loro i protagonista delle vicende di questo atteso capitolo. Il primo è un uomo in crisi di mezza età, ex criminale, ricco, con una famiglia disastrata, una moglie che lo tradisce con l'insegnante di Tennis, un figlio stupido, in sovrappeso, tatuatissimo e una figlia un pò zoccola che vuole far carriera nel mondo dello spettacolo. Franklin invece è il classico "nigger" che viene dal ghetto disposto a tutto per arricchirsi. Infine Trevor è un personaggio assolutamente fuori da ogni schema, completamente pazzo e privo di ogni senso logico, uccide con facilità estrema anche se a tratti mostra un insano senso di attaccamento alla famiglia. Della storia non dico altro ad un pubblico che odia gli spoiler, ma degne di nota sono le parecchie parodie e prese in giro ad alcune grosse realtà americane, come Apple, Facebook, America’s got Talent e tanto altro.
La novità di questo capitolo del colosso videoludico firmato RockStar è sicuramente la possibilità di passare da uno di questi personaggi ad un altro in qualsiasi momento del gioco, anche durante alcune missioni si potrà "switchare" cambiando il punto di vista dell'azione. 
Le missioni sono davvero di tutti i tipi e consiglio vivamente di giocarlo seguendo la storia principale ma senza farsi scappare quei punti di domanda colorati che appaiono di volta in volta sulla mappa, sono missioni secondarie date da folli e sconosciuti che vi permetteranno di vivere un'esperienza di gioco completa.
GTA non è solo crimini, rapine e prostitute (ah no queste non ci sono più purtroppo!)  è anche un free roaming che ti permette di passare serate giocando a tennis, a golf, correndo a piedi, in bicicletta o facendo gare di triathlon e tanto ancora che scoprirete girovagando per Los Santos.
Graficamente si fa giocare benissimo su console, nonostante il framerate raramente rimanga fisso a 30fps, ed ogni tanto saremo disturbati da un pò di aliasing. Questo passa in secondo piano però per la quantità di elementi che compongono i paesaggi e i bellissimi riflessi di luce che ci spingono ogni tanto a fermarci, scendere dall’auto ed osservare il panorama, magari scattando una foto con lo smartphone dei protagonisti e condividendola con gli amici: si, si può fare anche questo.
Sono circa 100 le ore di gameplay che ci intratterranno in questo paradiso virtuale ma se non bastassero il primo ottobre arriva una patch gratuita che attiverà le funzioni online, rendendo praticamente la longevità del gioco illimitata.
Se non l’avete ancora fatto scaricate l’app Ifruit che non solo vi permetterà di personalizzare le targhe della vostra auto, ma anche di addestrare il vostro cane, pulire i suoi bisogni e dargli da mangiare in stile tamagothci, Questo però non significa che GTA V sia un titolo adatto ai bambini, lo dice il suo PEGI 18, ma arriva anche un annuncio direttamente da Rockstar  dal mitico DJ Lazlow che afferma:

“I nostri giochi non sono concepiti per gente giovane. Se sei un genitore e compri uno dei nostri giochi a tuo figlio sei un terribile genitore. Noi creiamo giochi per adulti perché siamo adulti. […] Ci sono un sacco di giochi per ragazzini cui non siamo interessati a giocare là fuori. Così come vi piace godervi la visione di film o spettacoli televisivi dalle tematiche, dal linguaggio e dalla violenza adulta, allo stesso modo noi cerchiamo di produrre questo genere di cose.”

Vorrei che questo messaggio fosse chiaro per chi ancora crede che i videogiochi siano “i giochini per bambini che non hanno voglia di studiare”: con questo titolo e tanti altri i videogiochi si stanno affermando sempre più come “la più moderna forma dell’arte”.

giovedì 19 settembre 2013

L'ignoranza fa male ai videogiochi

Ogni volta che si lancia sul mercato un nuovo GTA è sempre un momento di attenzione mediatica atipica nei confronti di un mondo a me caro, quello dei videogiochi.
Il motivo per il quale sto scrivendo però è perché sono stufo, esausto (al limite del rabbioso) di vedere e sentire certi servizi, articoli e commenti pregni di ignoranza, tipo questo: http://goo.gl/6AFqkU Perchè i videogiochi muovono tanto denaro e fanno parlare tante persone ma spesso a parlare sono quelle sbagliate. Persone che non hanno la minima idea della complessa realtà che raccontano. I videogiochi sono un'espressione dell'arte, la più moderna attualmente. Un'intreccio di storie, emozioni, tecnologia e rapporti sociali che pur essendo spesso "online", esistono. A volte è davvero bello condividere un'avventura online e raccontarsela di fronte ad una birra il giorno dopo. Ma tanto questo non lo puoi spiegare perché per chi non gioca il videogame è rimasto qualcosa per fancazzisti che non hanno voglia di studiare, anche se guarda caso, chi gioca ai videogiochi è mediamente più intelligente, più predisposto ad imparare l'inglese e a risolvere enigmi.
Cari amici Player, noi non dobbiamo far altro che continuare a giocare felici e non denigrare chi non gioca, non forzarlo a provare, solo parlargliene senza timore, senza preoccuparsi di ciò che pensano gli altri. "Ciao, piacere io sono Mauro, sono un dirigente di Banca, leggo e gioco ai videogame" oppure "Io sono Anna, sto studiando per la mia seconda laurea e non rinuncio alla mia oretta videoludica giornaliera". Si perchè videogiocare oggi è una cosa assolutamente normale, alla portata di tutti. Con gli smartphone i videogiochi sono arrivati nelle mani di persone che mai si sarebbero avvicinate prima, ora è più facile, è questione di tempo. Io inizio ora:
"Ciao, io sono Dino, laureato in architettura, amo lo sport e i videogiochi fanno quotidianamente parte della mia vita"

domenica 8 settembre 2013

Siamo davvero intelligenti?


Quante volte si arriva a giustificare una situazione andata diversamente rispetto alle nostre aspettative concludendo con: "non è una persona intelligente". Ci si mette su un piedistallo, si incolla un'etichetta su quella persona come se fosse una bottiglia di vino e la si mette in cantina, dimenticandosela.

Si l'ho fatto anche io. Solo che ogni tanto mi piace andare in cantina e rispolverare le bottiglie, le apro e le assaggio, alcune sono peggiorate, altre diventate migliori, così le riporto in casa, felice.
Mi chiedo se ho sbagliato ad allontanarmi da loro ma poi mi rendo conto che il "giusto o sbagliato" sarebbe riduttivo per spiegare la situazione, molto più complessa. Il problema è che quella bottiglia aveva bisogno di quell'esperienza ed io avevo bisogno di altro. Le nostre strade si sono divise, solo così ci siamo evoluti entrambi e poi siamo tornati insieme, fieri.
Gli amici, gli amori, le persone si allontanano, si riavvicinano, questo fa parte della vita, mettere un'etichetta moralista o giudicare invece, fa parte della stupidità dell'uomo. Credo che non esistono persone "Intelligenti" e persone "Stupide" in assoluto, piuttosto esistono diversi tipi di intelligenza e diversi tipi di stupidità. E' un pò come quando a scuola c'è il genio in matematica che poi fa fatica con le materie umanistiche. Ci sono persone che hanno una grande intelligenza, per esempio, per risolvere i problemi di lavoro, poi nei problemi di coppia sono un disastro. Oppure persone che hanno una grande intelligenza emotiva ma poi sono guai se si trovano a dover cambiare una lampadina. 
Quindi mi sono chiesto "qual è l'intelligenza che vorrei avere"? E la risposta mi ha così soddisfatto che ho poi deciso di scrivere questo Post. 
"Essere intelligenti, per me, significa essere felici, nonostante tutto"

domenica 21 luglio 2013

il mio Triathlon Sprint di Lecco

                                                        ore 7.30 suona la sveglia. E' domenica, giorno di gara.
preparo il mio The, un cucchiaio di miele e cereali. mi lavo i denti, sciacquo e guardo la forma dei miei occhi nello specchio, capisco che sono agitato. Per ora non ci penso. Carico la bicicletta in macchina e la borsa regolarmente preparata la sera prima. porto Benny a fare i suoi bisogni, e poi parto: direzione Lecco. 
Oggi è un triathlon Sprint, 750m di nuoto nel lago, 20 km di bici e 5 km di corsa. Le distanze non sono eccessive, ma le gare brevi, essendo brevi appunto, vengono fatte freneticamente ed a velocità superiori rispetto a quelle più lunghe, inoltre nella zona cambio bisogna cercare di non perdere neanche un secondo, che in uno sprint può voler dire una posizione.
Arrivo, cerco parcheggio e fortunatamente lo trovo di fianco alla segreteria. Ritiro il pettorale, lo foro, lo indosso. Mentre attendo di entrare in zona cambio conosco un atleta di Milano che gareggia nella mia stessa batteria e mi racconta, avendolo già percorso, il circuito in bici. Dice che ci sono delle ripartenze molto brusche e di stare attento a contare i giri, 5 da 4 km.
La temperatura dell'acqua è di 24 gradi, perciò vietano l'utilizzo della muta. Essendo il nuoto il mio tallone d'Achille la cosa mi disturba un po', perchè con la muta ho un galleggiamento notevolmente superiore e sarei stato più tranquillo. 
Ci tuffiamo e poco dopo suona la tromba. Si parte! Una giungla di atleti che si fanno strada nel lago di Lecco tra gomitate e calci che arrivano inevitabilmente. io parto e cerco di mantenere la calma, nel nuoto è fondamentale stare calmi per poter respirare correttamente. Ci riesco. Esco dall'acqua e corro verso la bici, monto in sella e trovo dopo pochi km un atleta che conosco. Ci diamo dei cambi e completiamo con una bella velocità la frazione ciclistica. Poi smonto dalla bici, mi infilo le scarpe da running e corro per gli ultimi 5 km durante i quali mi accorgo che sto per perdere il pettorale, lo strappo e lo tengo in mano, tagliando il traguardo con il mio numero nella mano sinistra.
Finita, anche questa volta ce l'ho fatta.
Soddisfatto torno a casa, solo, pensando: io amo il Triathlon.

mercoledì 3 luglio 2013

The Last Of Us per me è Natalie Portman


Quando inserisco per la prima volta un videogioco nella mia console, la prima cosa che faccio e appoggiare il joypad sul divano per non rischiare distrattamente di premere un tasto e skippare anche solo un titolo di apertura. Poi comincio a giocare lentamente, osservando e capendo, nella prima fase infatti bisogna "entrare nel gioco", ovvero comprendere quali sono le meccaniche, la storia, il gameplay, finchè alcuni movimenti di dita diventeranno automatici e la nostra concentrazione sarà focalizzata sul racconto. Ogni gioco ci racconta una storia e noi dobbiamo metterci nella condizione di poterla ascoltare, senza distrazioni. Queste sono le consuete azioni preliminari che faccio regolarmente e che ho fatto quando ho inserito nella mia console The Last Of Us: uno di quei giochi che non dovrebbero finire mai (così l'ho definito in un mio Tweet).

Cosa mi è piaciuto? Andiamo per punti:
- grafica davvero sbalorditiva pur parlando di vecchia gen
- storia ben scritta che ti cattura sin dai primi 10 minuti di gioco, proprio come nel precedente The Walking Dead, con la differenza che in The Last Of Us il gameplay è molto più articolato
- possibilità di muoversi liberamente ed esplorare il mondo creato da Naughty Dog 
- Caratteri dei personaggi molto forti e ben definiti
- Ci sono i mostri, ma non sono il fulcro del gioco, sono di servizio ad una storia molto più complessa dell'ormai superato "spara spara e uccidi"
- scene violente ben realizzate e mai "gratuite", sempre legate ad un emozione forte.
- possibilità di scegliere come affrontare un combattimento o addirittura se evitarlo in modalità stealth 

Ecco cosa non mi è piaciuto invece:
ho provato a giocare ad altro appena finito The Last Of Us e non sono riuscito... E' stato
come far l'amore con Natalie Portman e poi tornare a letto con Rosy Bindi.

sabato 2 febbraio 2013

Aò ce sta "Ni No Kuni"


Qualche settimana fa per realizzare un servizio in onda in questa puntata di Gamerland, siamo stati a Tokyo negli studi Ghibli e in quelli di Level5.  Quando un occidentale entra in contatto con la realtà orientale deve sensibilizzarsi a un modo molto diverso di vivere e percepire le cose,  questo significa di non giudicare tutto con stupore ma di provare a vedere le cose come le vedono gli orientali. Se si riesce a fare questo tutto diventa magico e si ritorna a casa con un'esperienza unica. 

Durante l'intervista ai vari personaggi coinvolti nel progetto Ni No Kuni si percepiva l'umiltà di chi stava a lavorando a qualcosa di molto importante, e pur essendo artisti riconosciuti a livello internazionale, sembrava fossero quasi timidi nel raccontare le decisioni prese durante lo sviluppo del videogioco. Rivedendo le interviste ho provato un'emozione, perchè la timidezza traspare tantissimo. Io credo che le persone "arrivate" nella vita non hanno bisogno di dimostrarlo, chi ne ha bisogno è chi non è "arrivato" e vuol farsi percepire dagli altri come se lo fosse credendo che cosi facendo la strada per il proprio successo diventi in discesa. Si, credetemi accade anche questo.
Ma torniamo al punto. Ni No Kuni. Finalmente ieri, dopo un giorno dal lancio italiano, ho avuto il piacere di scartare la limited edition del capolavoro nipponico. All'interno il pupazzo di Lucciconio, uno dei protagonisti del gioco caratterizzato da una lanterna agganciata a mo' di orecchino sulla punta del lungo naso. Un personaggio molto buffo che facilmente si fa voler bene per il suo modo simpatico di fare, molto istintivo e che a tratti mostra la sua bontà pur fingendo di nasconderla. Il pupazzo di Lucciconio ha subito trovato un posto d'onore ben in mostra nella mia casa. Sempre nella scatola un libro di incantesimi e il Blu Ray con il gioco.  Un pò emozionato inserisco il gioco nella Playstation 3 e l'emozione si fa più forte non appena sento la musica nel menu. Inizio a giocarlo subito e ritorno bambino, affascinato dalle animazioni, dai colori e dalla storia molto vicina ai capolavori animati di Studio Ghibli. Poco dopo l'inizio di questa fantastica avventura incontro finalmente il personaggio di Lucciconio. Evvivaaaa! Guardo il mio pupazzo con infantile fierezza e continuo a giocare finché Lucciconio inizia a parlare giapponese velocemente ed i sottotitoli iniziano a scorrere freneticamente, perciò per non perdersi nulla bisognava leggere in fretta... Peccato però che sono scritti in "ROMANO"! No non parlo del romano antico, ma del romano "BURINO", tipo "Aò! Gajardoooo!!" oppure "Benvenuto nel mio MONNO"  ....monno???? Ah intendeva MONDO!!! E con questo pensiero ho perso due frasi. Metto Pausa. Mi incazzo.
PENSIERI DA INCAZZATO: ma sto imbecille che ha deciso di scrivere in romano non ha pensato che forse la gente non è abituata a leggerlo? Se proprio doveva dare una caratterizzazione al personaggio ci sarebbe stata nel doppiaggio italiano, ma visto che non c'è,  poteva non complicarci l'esperienza di gioco! Se fossi stato il suo capo l'avrei licenziato! Ma guarda questo che ha rovinato un JRPG stupendo! Mi devo leggere i dialoghi con un sottofondo musicale che mi carica emotivamente ma con"sto qua" che parla burino, incredibile! Imbecille! Ora spero che si muova a fare una Patch che sistemi il grave danno! 
PENSIERI DA SERENO: il personaggio di Lucciconio in originale ha un accento particolare di una certa zona del Giappone, perciò tradotto in italiano si è scelto di utilizzare il dialetto romano.

Lo continuerò a giocare perchè il gioco è davvero un capolavoro, ma avevo bisogno di sfogarmi.

venerdì 25 gennaio 2013

La pazienza è saggezza

Noi esseri umani nasciamo liberi, quindi in grado di decidere qualsiasi cosa vogliamo per la nostra vita. Tutto quello che diventiamo sono il risultato delle decisioni che abbiamo preso, perchè quando veniamo al mondo la natura ci fa un bellissimo regalo chiamato "libero arbitrio".
Perciò ciò che "costruiamo" dipende unicamente dalle nostre azioni. Possiamo scegliere di fare sport oppure no, di fidanzarci oppure no, di diventare un criminale, un marito, un imprenditore etc. Solo due elementi non possiamo decidere: lo SPAZIO e il TEMPO, loro non dipendono da noi. Possiamo scegliere "dove" e "quando" ma non possiamo fermare il tempo o farlo scorrere più veloce, nè far sparire uno spazio. Lavorare contro questi due elementi credo ci possa rendere solo infelici, quindi la capacità di accettarli e interagire con loro in maniera saggia credo che sia la strada da percorrere.
Interagire in maniera saggia, a mio parere, significa per esempio prendere delle decisioni non in maniera istintiva, o da arrabbiati, ma dandosi del tempo, facendo l'azione che secondo noi è la più giusta. Ragionando in questo modo il tempo giocherà a nostro favore.
Ogni azione giusta è come un seme che viene piantato, poi il tempo farà il suo lavoro e lo farà fiorire.
Scrivo questo Post perchè ho messo in pratica nella mia vita "l'arte della pazienza" e l'ho vista funzionare, rendermi più forte, più felice, più sicuro... E se domani mi sveglio e vedo tutto grigio? Lo accetto, consapevole, so che domani passerà.

"La pazienza e la tolleranza non vanno considerate un segno di debolezza e di rinuncia, ma anzi, un segno di forza, la forza che proviene dalla saldezza interiore. Reagire a circostanze difficili con pazienza e tolleranza, anziché con rabbia e odio, significa avere un controllo attivo delle cose, che è frutto di una mente forte e autodisciplinata."

Dalai Lama, Il nostro bisogno d’amore