giovedì 26 settembre 2013


GTA V,  dico la mia.

Ci stanno giocando tutti, ha incassato nei primi 3 giorni 1 miliardo, un record senza precedenti. Lo abbiamo aspettato con trepidazione spulciando in rete ogni pettegolezzo che ci anticipasse qualcosa, ma solo ora, finalmente, lo possiamo giocare. 

Michael, Franklin e Trevor, sono loro i protagonista delle vicende di questo atteso capitolo. Il primo è un uomo in crisi di mezza età, ex criminale, ricco, con una famiglia disastrata, una moglie che lo tradisce con l'insegnante di Tennis, un figlio stupido, in sovrappeso, tatuatissimo e una figlia un pò zoccola che vuole far carriera nel mondo dello spettacolo. Franklin invece è il classico "nigger" che viene dal ghetto disposto a tutto per arricchirsi. Infine Trevor è un personaggio assolutamente fuori da ogni schema, completamente pazzo e privo di ogni senso logico, uccide con facilità estrema anche se a tratti mostra un insano senso di attaccamento alla famiglia. Della storia non dico altro ad un pubblico che odia gli spoiler, ma degne di nota sono le parecchie parodie e prese in giro ad alcune grosse realtà americane, come Apple, Facebook, America’s got Talent e tanto altro.
La novità di questo capitolo del colosso videoludico firmato RockStar è sicuramente la possibilità di passare da uno di questi personaggi ad un altro in qualsiasi momento del gioco, anche durante alcune missioni si potrà "switchare" cambiando il punto di vista dell'azione. 
Le missioni sono davvero di tutti i tipi e consiglio vivamente di giocarlo seguendo la storia principale ma senza farsi scappare quei punti di domanda colorati che appaiono di volta in volta sulla mappa, sono missioni secondarie date da folli e sconosciuti che vi permetteranno di vivere un'esperienza di gioco completa.
GTA non è solo crimini, rapine e prostitute (ah no queste non ci sono più purtroppo!)  è anche un free roaming che ti permette di passare serate giocando a tennis, a golf, correndo a piedi, in bicicletta o facendo gare di triathlon e tanto ancora che scoprirete girovagando per Los Santos.
Graficamente si fa giocare benissimo su console, nonostante il framerate raramente rimanga fisso a 30fps, ed ogni tanto saremo disturbati da un pò di aliasing. Questo passa in secondo piano però per la quantità di elementi che compongono i paesaggi e i bellissimi riflessi di luce che ci spingono ogni tanto a fermarci, scendere dall’auto ed osservare il panorama, magari scattando una foto con lo smartphone dei protagonisti e condividendola con gli amici: si, si può fare anche questo.
Sono circa 100 le ore di gameplay che ci intratterranno in questo paradiso virtuale ma se non bastassero il primo ottobre arriva una patch gratuita che attiverà le funzioni online, rendendo praticamente la longevità del gioco illimitata.
Se non l’avete ancora fatto scaricate l’app Ifruit che non solo vi permetterà di personalizzare le targhe della vostra auto, ma anche di addestrare il vostro cane, pulire i suoi bisogni e dargli da mangiare in stile tamagothci, Questo però non significa che GTA V sia un titolo adatto ai bambini, lo dice il suo PEGI 18, ma arriva anche un annuncio direttamente da Rockstar  dal mitico DJ Lazlow che afferma:

“I nostri giochi non sono concepiti per gente giovane. Se sei un genitore e compri uno dei nostri giochi a tuo figlio sei un terribile genitore. Noi creiamo giochi per adulti perché siamo adulti. […] Ci sono un sacco di giochi per ragazzini cui non siamo interessati a giocare là fuori. Così come vi piace godervi la visione di film o spettacoli televisivi dalle tematiche, dal linguaggio e dalla violenza adulta, allo stesso modo noi cerchiamo di produrre questo genere di cose.”

Vorrei che questo messaggio fosse chiaro per chi ancora crede che i videogiochi siano “i giochini per bambini che non hanno voglia di studiare”: con questo titolo e tanti altri i videogiochi si stanno affermando sempre più come “la più moderna forma dell’arte”.

giovedì 19 settembre 2013

L'ignoranza fa male ai videogiochi

Ogni volta che si lancia sul mercato un nuovo GTA è sempre un momento di attenzione mediatica atipica nei confronti di un mondo a me caro, quello dei videogiochi.
Il motivo per il quale sto scrivendo però è perché sono stufo, esausto (al limite del rabbioso) di vedere e sentire certi servizi, articoli e commenti pregni di ignoranza, tipo questo: http://goo.gl/6AFqkU Perchè i videogiochi muovono tanto denaro e fanno parlare tante persone ma spesso a parlare sono quelle sbagliate. Persone che non hanno la minima idea della complessa realtà che raccontano. I videogiochi sono un'espressione dell'arte, la più moderna attualmente. Un'intreccio di storie, emozioni, tecnologia e rapporti sociali che pur essendo spesso "online", esistono. A volte è davvero bello condividere un'avventura online e raccontarsela di fronte ad una birra il giorno dopo. Ma tanto questo non lo puoi spiegare perché per chi non gioca il videogame è rimasto qualcosa per fancazzisti che non hanno voglia di studiare, anche se guarda caso, chi gioca ai videogiochi è mediamente più intelligente, più predisposto ad imparare l'inglese e a risolvere enigmi.
Cari amici Player, noi non dobbiamo far altro che continuare a giocare felici e non denigrare chi non gioca, non forzarlo a provare, solo parlargliene senza timore, senza preoccuparsi di ciò che pensano gli altri. "Ciao, piacere io sono Mauro, sono un dirigente di Banca, leggo e gioco ai videogame" oppure "Io sono Anna, sto studiando per la mia seconda laurea e non rinuncio alla mia oretta videoludica giornaliera". Si perchè videogiocare oggi è una cosa assolutamente normale, alla portata di tutti. Con gli smartphone i videogiochi sono arrivati nelle mani di persone che mai si sarebbero avvicinate prima, ora è più facile, è questione di tempo. Io inizio ora:
"Ciao, io sono Dino, laureato in architettura, amo lo sport e i videogiochi fanno quotidianamente parte della mia vita"

domenica 8 settembre 2013

Siamo davvero intelligenti?


Quante volte si arriva a giustificare una situazione andata diversamente rispetto alle nostre aspettative concludendo con: "non è una persona intelligente". Ci si mette su un piedistallo, si incolla un'etichetta su quella persona come se fosse una bottiglia di vino e la si mette in cantina, dimenticandosela.

Si l'ho fatto anche io. Solo che ogni tanto mi piace andare in cantina e rispolverare le bottiglie, le apro e le assaggio, alcune sono peggiorate, altre diventate migliori, così le riporto in casa, felice.
Mi chiedo se ho sbagliato ad allontanarmi da loro ma poi mi rendo conto che il "giusto o sbagliato" sarebbe riduttivo per spiegare la situazione, molto più complessa. Il problema è che quella bottiglia aveva bisogno di quell'esperienza ed io avevo bisogno di altro. Le nostre strade si sono divise, solo così ci siamo evoluti entrambi e poi siamo tornati insieme, fieri.
Gli amici, gli amori, le persone si allontanano, si riavvicinano, questo fa parte della vita, mettere un'etichetta moralista o giudicare invece, fa parte della stupidità dell'uomo. Credo che non esistono persone "Intelligenti" e persone "Stupide" in assoluto, piuttosto esistono diversi tipi di intelligenza e diversi tipi di stupidità. E' un pò come quando a scuola c'è il genio in matematica che poi fa fatica con le materie umanistiche. Ci sono persone che hanno una grande intelligenza, per esempio, per risolvere i problemi di lavoro, poi nei problemi di coppia sono un disastro. Oppure persone che hanno una grande intelligenza emotiva ma poi sono guai se si trovano a dover cambiare una lampadina. 
Quindi mi sono chiesto "qual è l'intelligenza che vorrei avere"? E la risposta mi ha così soddisfatto che ho poi deciso di scrivere questo Post. 
"Essere intelligenti, per me, significa essere felici, nonostante tutto"