martedì 13 novembre 2012

la magia della GamesWeek

Due giorni dopo, la voce ancora rovinata, un pò di stanchezza trascinata, ma il cuore ancora gonfio di emozioni: questi sono i postumi della GamesWeek. Mi son sentito per 3 giorni Pinocchio nel Paese dei Balocchi, girare tra gli stand e vedere tante persone che come me amano i videogame mi ha fatto vivere quel senso di appartenenza che solo un'evento così può far provare. Ora sono ancor più convinto che "videogiocare è una cosa seria" e lotterò per aprire una breccia nella testa di quelle persone che ancora etichettano il videogioco come prodotto di nicchia per "sfigati", oppure quelle che sono convinte che giocando troppo si diventa tonti (per non dire rincoglioniti, che non è carino). Come tutte le cose per essere utilizzate al meglio ci vuole una sana dose di intelligenza da parte di chi le fruisce: anche bere tanta acqua fa bene, berne troppa invece fa male perchè si sovraccaricano i reni. E poi con il gaming Online il videogioco è diventato "sociale", ho due cari amici che si sono conosciuti online giocando ed ora sono fidanzati e convivono. Tra poco partirà Gamerland (il 22 novembre su Italia2) un mio progetto televisivo al quale ho dedicato tante ore, energia e soprattutto passione, non sarà un semplice programma di intrattenimento videoludico ma proverò a divulgare l'arte e la cultura di un'industria che sta diventando sempre più grande... chi vorrei come spettatore? Chi crede che tutte queste cose siano stupide. Vi aspetto.

1 commento:

  1. La GamesWeek è un'ottima occasione per chi, come noi, vuole immergersi nella realtà dei videogames non solo dal punto di vista ludico/entertaining ma anche in quanto vero e proprio momento di incontro con tutto il settore business che ne sta alla base. Questo è esattamente ciò che mancava qui in Italia e sebbene l'edizione dell'anno scorso mi abbia soddisfatto appieno, non posso affermare lo stesso di quella odierna. La mancanza di alcuni illustri publisher ha abbassato non di poco l'apporto totale di entusiasmo, spettacolarità ed intrattenimento, necessari per creare il mix perfetto. Rimane, almeno a mio avviso, un momento importante per noi videogiocatori italici. Io personalmente, invoglio i miei amici a partecipare, anche per svecchiare il clichè che molti hanno del classico videogiocatore-medio metà nerd, metà sfigato.
    Arrivare a realizzare il quantitativo di lavoro, impegno, arte, estro e creatività riversato in una produzione digitale è uno sforzo che non fanno tutti; se si riesce a bypassare i preconcetti, ecco che in ogni videogame riusciamo a trovare la stessa bellezza e le stesse emozioni che è capace di trasmetterci un buon libro, un quadro, uno spettacolo...

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