Metto le scarpe ed esco a correre.
Poi penso se ho voglia, se sono in forma, a quanto andare e quanti chilometri fare, perché se ami qualcosa la vuoi esattamente com'è senza rinchiuderla in una tabella di allenamento. Un passo dopo l'altro sarà la corsa a raccontarti, e se sai ascoltarla puoi allungare il passo, o rallentare e guardarti intorno, ascoltare i rumori, sentire gli odori.
Oggi ho fatto questa esperienza. Ho corso lungo il naviglio ed è stato un film in 4D perché c'erano anche gli odori. prima quello dei fiori, gradevole, la natura che emana il suo amore. Poi qualche goccia di pioggia sull'asfalto caldo mi ha fatto ricordare una domenica passata in piscina con gli amici, all'uscita un acquazzone ha provocato lo stesso odore. Sono passato di fianco a dei muratori che stavano facendo girare una betoniera e improvvisamente ho pensato a quando avevo 15 anni, quell'estate in cui ho lavorato con mio padre in cantiere, ogni cosa che toccavo mi feriva, non era proprio il mio lavoro. Ho continuato a correre incrociando dei ciclisti, pensavo che al loro posto con la pioggia e la bici da corsa avrei avuto paura. Poi superando altre persone che facevano jogging respiravo i loro odore, quello della fatica, che mi stimolava, quello stimolo che ti spinge a dar di più quando la fatica la si condivide con qualcun altro.
Spero abbiate assaggiato quello che per me significa "correre", perciò non chiedetemi più "perché corro" perché la risposta sarà sempre la stessa "Perché tu stai fermo?"